Non è mai troppo tardi #1: Naughty Bits di Roberta Gregory
Una nuova rubrica sui fumetti che vorrei poter leggere in italiano
«I was happy to be living proof that feminists did have a sense of humor…»
Roberta Gregory
Inauguro una nuova rubrica in questo monologo settimanale proponendoti di sederti comod*: “Non è mai troppo tardi” la dedico ai fumetti che vorrei vedere un giorno tradotti in italiano, per i più vari motivi. Ma fai attenzione, insieme a me: noterai che troppe volte i titoli che mi vengono in mente sono fumetti realizzati da autrici, il che nel fondo del cervelletto mi fa sentire una voce che sussurra, piano piano, “abbiamo un problema”. Guarda un po’ se la senti anche tu.
Per esempio io lo so, che da quando stamattina hai appoggiato i piedi per terra, mentre ancora ti stropicciavi gli occhi, ti stavi crucciando: ma quando e quale sarà stata la prima autoproduzione a fumetti di un’autrice?
Siamo nel 1976, lei è Roberta Gregory e la pubblicazione si intitola Dynamite Damsels. Ha solo 23 anni, una piccola esperienza pubblicando alcune storie brevi su Wimmen's Comix, dove ha creato la striscia Feminist Funnies.
É lei stessa a raccontare a fumetti l’origine della sua passione.
Roberta Gregory è ancora in attività, la foto che segue è da una convention a Seattle del 2 novembre dell’anno scorso. Non riuscivo a credere fosse lei, ma pare proprio che oggi sia dedita a autoprodursi dei libri a fumetti con storie di vita vissuta da… gatti.
Credo che in Italia di suo siano state tradotte meno di 20 pagine - accetto volentieri di essere smentito! -, ed è un vero peccato!
Setacciando la mia libreria ne ho trovate 6 qui, e so che di questa rivista è uscito almeno un secondo numero, sempre con il suo nome in copertina.
Quello di cui ho voglia di scriverti oggi, però, è Naughty Bits, la serie “personale” di Roberta Gregory (ti ho riassunto qui come funzionavano le cose nel fumetto alternativo di quegli anni). Anzi, come nuova regola della rubrica Non è mai troppo tardi, decido d’imperio che ogni volta presenterò un’opera partendo da un solo dettaglio. Quindi: Naughty Bits è una serie in bianco e nero composta da 40 albi, pubblicati tra il 1991 e il 2004. E io proverò a incuriosire te — sì, proprio te, ricco mecenate o editore distratto finora — che deciderai (anzi, hai già deciso!) di pubblicarla finalmente in italiano, raccontandoti un solo numero: il 7, uscito nel novembre del 1992, cuore pulsante della Hippie Bitch Saga.
Midge McCracken, l’iraconda protagonista che seguiremo fino all’arrivo del suo ultimo ciclo mestruale — celebrato con gioia e senso di liberazione nel quarantesimo numero del 2004 —, nel numero sette del 1992 è ancora una studentessa delle superiori. E ha un problema. Il titolo lo annuncia senza tanti giri di parole, “Hippie Bitch è stata messa incinta”. É successo nell’episodio precedente, “Hippie Bitch viene scopata”, e la saga si conclude nel successivo, “Hippie Bitch abortisce”. In sintesi, ha cominciato a frequentare una piccola comunità hippie e a una festa è finita a letto col santone carismatico del gruppo. Il segno è rapido e schizzato, apparentemente quando sfogli uno degli albi potresti sentirti sovrastare dal testo ma ti assicuro che è solo da prenderci il ritmo, quando parti non vuoi più smettere (per scrivere questo articolo volevo leggere cinicamente soltanto un numero e sono già a quota tre). Se hai letto gli X-Men di Chris Claremont sei pront* a tutto, dammi retta.
Poi, quando serve, il disegno si apre, prende spazio, diventando più rotondo e preciso: una dimostrazione delle capacità dell’autrice e della consapevolezza con cui lavora. Lo dimostrano anche altri suoi lavori più “realistici” (ok, d’accordo, sono fantasy… ma disegnati in stile realistico – quanto sei diventat* puntiglios*!): tutto questo conferma che lo stile e il segno scelti per Naughty Bits sono frutto di una decisione ben ponderata da parte di un’artista con parecchie frecce al suo arco.
Midge non l’ha presa bene, affatto. Non riesce a farsene una ragione, “parassita” è uno dei termini più gentili con cui definisce la creatura che comincia a esistere nel suo corpo. Attraverso due sue amiche del liceo riesce a fissare un appuntamento per un aborto clandestino, ma non ha soldi a sufficienza per pagarlo, per cui per potersi permettere l’operazione passa dal cercare lavoretti fino al rubare di nascosto ai suoi genitori, man mano che il tempo passa, e l’intervento diventa più urgente.
Questa puntata della storia, che terminerà nel numero successivo, si ferma all’entrata dell’edificio dove avverrà l’interruzione di gravidanza.
L’autrice stessa prende parola alla fine di ogni albo: ti farà piacere sapere che già nel numero successivo il qui paventato rischio chiusura per scarse vendite è già rientrato.
Curiosità
Guarda che pubblicità c’è nella pagina della posta!
Nell’introduzione il numero 7 è definito dall’autrice il primo “officially pro-choice issue of Naughty Bits!”, e presenta in quarta di copertina un’immagine da fotocopiare con ingrandimento del 150% per stampare la propria copia di un poster realizzato a sostegno del NARAL (National Abortion Rights Action League).
Su a-m-azon-o-thep vedo che una poderosa edizione integrale in due volumi di Fantagraphics è ferma al primo, uscito nel 2005.
Boh, a me a rileggerlo Naughty Bits sembra più contemporaneo adesso di quanto lo fosse vent’anni fa. In un momento storico in cui il mercato editoriale è finalmente ricettivo verso opere di autrici, sia forse il momento di (ri)scoprire e proporre anche nella nostra lingua (in Europa, qua e là, ci hanno già pensato) quelli che possiamo considerare dei classici del e di genere?
Life’s a Bitch
Nel 2001 dei corti intitolati Bitchy Bits vengono trasmessi all’interno del contenitore di serie a cartoni animati X-Chromosome prodotto da Oxygen Media, una società di distribuzione americana concepita per le donne, fondata da Oprah Winfrey, Carsey-Werner-Mandabach e Geraldine Laybourne. La risposta del pubblico è tale che nel 2003 viene prodotta la serie Life’s a Bitch, 13 episodi da una ventina di minuti l’uno, più uno speciale. Ti propongo il primo:
Puoi vederli tutti qui.
Ti ricordo i nobili motivi per cui scrivo questa newsletter: dietro la patina di benefattore e divulgatore disinteressato, si nasconde l’arcigna intenzione di venderti i miei libri a fumetti. L’ultimo è uscito l’11 aprile.
Lo puoi acquistare in libreria, e poi qui o qui.
Ti mostro un pezzetto della presentazione con Lello Voce alla Libreria Lovat (Villorba, TV) di sabato 26 aprile.
Gordiano Lupi lo ha recensito su La Folla del IXXI Secolo, puoi leggerlo qui.
Good Morning con BeccoGiallo
Per BeccoGiallo conduco la trasmissione (quasi) settimanale Good Morning con BeccoGiallo. Puoi guardare tutte le puntate qui. Nell’ultima, trasmessa il 31 maggio, Luca Catalano e Michele De Sanctis raccontano il loro lavoro sulla biografia a fumetti Lumumba. Eroe Africano.
Sia mai tu sia capitat* qui per caso, sappi che Maledetti Fumetti è la newsletter ideata da questo tipo qui:
Claudio Calia
Nato a Treviso nel 1976, ho realizzato per BeccoGiallo, tra gli altri, Leggere i fumetti. Dagli Avengers a Zerocalcare, una prima guida per chi vuole cominciare a leggere i fumetti (2016), Kurdistan. Dispacci dal fronte iracheno (2017) e Dossier TAV. Una questione democratica (2019). Partecipo alla redazione di Antifa!nzine e ho fondato l'associazione per la divulgazione del linguaggio del fumetto Oblò - APS, con cui pubblico I Baccanti. Con Claudio Marinaccio e Marco Corona ho dato vita alla newsletter gratuita di fumetti Smoking Cat, dieci numeri gratuitamente disponibili qui, da cui poi ho estratto il libro autoprodotto I giorni così. Nel 2023 è uscito Allargo le braccia e i muri cadono. Don Gallo e i suoi ragazzi (Feltrinelli Comics) vincitore del premio Boscarato “Miglior artista (disegno e sceneggiatura)” al Treviso Comic Book Festival. Il mio ultimo libro è Dov’è la bellezza? Kamaran Najm, il primo fotografo di guerra curdo-iracheno (BeccoGiallo, 2025).
PS: Ti prego considera che i link ai libri sono diretti prevalentemente verso il sito dell’Impero del Male. Il posto dove si comprano i libri è la libreria, ma ci sono mille motivi per cui non è sempre possibile. La buona educazione mi impone di informarti che se acquisti qualcosa a partire da questi link me ne verrà qualcosa in saccoccia per acquistare nuovi fumetti di cui scriverti.
Anche per questa volta è tutto, grazie di esserci e alla prossima!
c.