Da pochi giorni mi è arrivato questo libro che, in un qualche modo, chiude un cerchio di letture probabilmente trentennale.
Non lo so neanche da chi e come, negli anni novanta mi trovo in casa questo, il volume 1 (di 2) della raccolta The Best Comics of the Decade pubblicata da Fantagraphics Books nel 1990.
Ora, tu devi considerare che i fumetti che mi appartenevano negli anni 90 e che ho ancora in casa oggi sono da considerare letteralmente… dei sopravvissuti. Addirittura in questo caso, qualcosa che è arrivato da Treviso a dove vivo adesso nel paesello, significa che ha affrontato traslochi, amori conclusi, amicizie scomparse, garage abbandonati, lutti, scatoloni improbabili appoggiati in posti umidi. Poi non c’è da stupirsi che me lo sia portato dietro così tanto tempo perché, a riguardarlo pure oggi, questo volume 1 è stato probabilmente un importante prisma dai cui riflessi ho plasmato i miei gusti, d’altronde guarda solo che nomi in copertina: Chester Brown, Peter Kuper, Alan Moore, Harvey Pekar, Robert Crumb, Dave Sim, Art Spiegelman… c’è molto del fumetto che preferisco in assoluto.
La nota dell’editor saputello in erba
Ti faccio notare una piccola cosa che credo solo chi lavora con i libri possa intuire: secondo te quanto han discusso in Fantagraphics per concedere a Spiegelman di essere l’unico con nome e cognome pubblicati con le iniziali in minuscolo in copertina? Nella vita ho assistito a discussioni allucinanti su questa cosa, a volte pure per colpa mia. Mi scuso con tutte le persone che posso aver coinvolto!
Tornando a noi due capiamoci: le antologie son sempre un casino. Ce ne sono di bellissime e questa lo è, spesso aiutano a respirare il clima di un’epoca ma, sinceramente… poco più. Nel senso che sempre di storie brevi parliamo, assaggi: nel primo volume (quello che ho tenuto con me per più di trent’anni) di Chester Brown ci sono due pagine, di Cerebus di Dave Sim solo sette, è improbabile che mi possano aver tanto colpito da questa lettura.
Anzi, a dire la verità, probabilmente che il Chester Brown qui dentro fosse quello a cui si riferiva Miller nell’intervista su Mostri non me ne sono proprio accorto per chissà quanto tempo, mentre le sette pagine di Cerebus - di cui avevo già sentito parlare - non hanno fatto altro che convincermi che dovevo leggerlo, e mi ci sono abbonato in fumetteria a partire dal numero 180 del marzo 1994.
Insomma, io per trent’anni il volume due di The Best Comics of the Decade mica ce l’avevo. Ogni tanto nei lustri l’ho pure cercato, ma son sempre stato rimbalzato da dei costi frizzantini, tra il prezzo del volume che può viaggiare altino, alle spese di spedizione spesso improbabili. Credo di aver ripreso in mano il primo volume mentre ti scrivevo di Roberta Gregory (che, ammetto, pensavo che fosse presente nella selezione, e invece no), come a volte succede ho svagatamente buttato l’occhio con poca fiducia sulla baia e, strabuzzando, tra i soliti annunci con prezzi frizzantini e spese di spedizione improbabili mi cade lo sguardo su quello di una piccola libreria francese di provincia, dove lo trovo a poco più di cinque (!) euro e con delle spese di spedizione - più alte del costo del libro - piuttosto contenute.
E ora ce l’ho.
Ed è buffo, che come il volume uno è stato quello, in un qualche modo, delle scoperte, mostrandomi per esempio che Matt Groening faceva i fumetti, presentandomi Peter Bagge (che apre il libro con il titolo cubitale Life’s a bitch then you die! che penso sia diventato il mio motto per qualche tempo) per la prima volta, come Peter Kuper, Howard Cruse, Gary Panter, Spain - con una storia sugli scontri contro la convention democratica a Chicago nel 1968 -…
…da questo libro ho scoperto la storia Pictopia di Alan Moore & Donald Simpson (che oggi posseggo anche in una edizione gigante in cui il bardo di Northampton passa, come ci ha abituato negli ultimi anni, per “lo sceneggiatore originale”)…
…e, soprattutto, sono abbastanza sicuro sia stata la prima volta che ho letto qualcosa di Harvey Pekar (qui illustrato da Robert Crumb).
Crumb che è l’unico autore che appare due volte, nel primo volume illustra Pekar - segnalo anche che c’è una storia della moglie Aline Kaminsky-Crumb - mentre nel secondo c’è una storia che non conoscevo e che mi è piaciuta tantissimo, Uncle’s Bob Mid-Life Crisis, che mette in un angolo tutta la produzione di Joe Matt in un colpo solo (scherzo, ma in queste otto pagine Crumb si dimostra - ce ne fosse stato il bisogno - un gigante del fumetto autobiografico).
Il volume due in un qualche modo, ora che lo tengo tra le mani, con un odore di carta vecchia formidabile, quasi repellente, che mi arriva a trent’anni dopo dal primo che è stata una costante presenza nella mia vita, lo vedo come quello delle conferme.
Charles Burns, Eddie Campbell, i fratelli Hernandez, Paul Chadwick, Will Eisner ma anche Gilbert Shelton & Paul Mavrides, Daniel Clowes molto prima di Ghost World e un Jim Woodring che probabilmente leggo per la prima volta con delle parole (e senza Frank).
Tutti autori con cui ho avuto a che fare più e più volte nella mia carriera di lettore, molti dei quali non mi sono mai stancato e non mi stancherò, probabilmente, mai di seguire.
Posso dire, al netto di tutto, che più che una singola storia della coppia di volumi, quello che ha contribuito al mio imprinting, come lettore certo, come autore forse, come persona in tutta possibilità, è stata la selezione in sè, spiegata nell’introduzione di Gary Groth e Kim Thompson.
Te la condivido, tradotta a braccio così non hai scuse.
INTRODUZIONE
Gli anni '80 furono un periodo di svolta per i fumetti. Il genere mostrò finalmente una crescente comunità di artisti seri e dedicati, il cui unico imperativo era quello di esprimere una visione personale e senza compromessi. In un genere dominato dai rapaci interessi degli editori e dall'infantilismo e dalla docilità dei suoi artisti, questo rappresentò un importante passo avanti.
Tuttavia, negli anni '80 furono pubblicati molti più fumetti brutti di quelli buoni, così tanta più pula che grano, in realtà, che se non si sapeva dove cercare le opere migliori, si sarebbe potuto trovare ben poco. Praticamente nessuno dei migliori esempi di fumetto apparve nei fumetti standard del mercato di massa, quei pacchiani opuscoli a quattro colori sui supereroi, i cui nuovi condimenti pungenti (sesso e sangue, carta patinata, prezzi più alti e banale nichilismo) non riuscirono mai a oscurare il tanfo di idee vecchie di 50 anni, che non erano poi così nuove fin dall'inizio
I migliori fumetti degli anni '80 erano sparsi in una manciata di formati e media: nei "fumetti alternativi", riviste in bianco e nero a bassa tiratura che raramente apparivano al di fuori di un negozio specializzato; in riviste di grafica di lusso e periodici umoristici nazionali; nei settimanali locali di tutto il paese; nei libri; e in ciò che restava dell'underground.
Non c'è dubbio che i fumetti abbiano fatto un balzo in avanti logico e quantico rispetto alle ossessioni private e alle visioni eccentriche dell’underground degli anni '60 e '70. I migliori fumettisti degli anni '80 hanno continuato nella tradizione virulentemente indipendente dei fumettisti underground originali, basandosi sul principio underground di sfida e indipendenza, affinando, approfondendo e ampliando sia lo stile che la sostanza. Satira, dramma, storia, commento sociale sono tutti obiettivi realistici per questi fumettisti, ognuno dei quali rappresenta una voce unica in una forma che è stata mutilata da pirati e abusata da interessi commerciali per oltre 50 anni. Il fatto che nessun fumettista in questi due libri sia uguale a un altro è forse la migliore prova della vitalità e del potenziale del fumetto
Questi libri sono stati curati dallo staff del Comics Journal e la selezione delle storie riflette i gusti, le preferenze e le convinzioni dei redattori. Fin dalla sua fondazione nel 1976, il Journal ha sostenuto il fumetto come una vera e propria forma d'arte, sottoscrivendo il principio secondo cui l'apprezzamento dei fumetti può essere meglio servito da discussioni critiche, accademiche e polemiche. La rivista ha costantemente scovato esempi di fumetti poco noti ma superlativi e questi libri sono progettati per promuovere tale obiettivo, rendendo facilmente disponibile un campione rappresentativo delle migliori opere.
Dovremmo menzionare che alcuni fumetti sono stati esclusi per ragioni pratiche o puramente artistiche.
Le strisce a fumetti, quelle che appaiono sui quotidiani, sono state escluse per le semplici ragioni che (a) le strisce di giornale sono una variante notevolmente diversa del formato e (b) quei pochi che sono tra i migliori fumetti degli anni '80 sono già ben noti al grande pubblico e non hanno bisogno di essere esposti in una raccolta come questa
I fumetti stranieri (cioè non in lingua inglese) sono stati esclusi perché (a) non avevamo una conoscenza approfondita e aggiornata dei fumetti stranieri per esprimere i giudizi necessari e (b) la serie si sarebbe ampliata di diverse centinaia di pagine, il che avrebbe richiesto un ampio lavoro editoriale e di produzione, che non avevamo le risorse fisiche per svolgere.
Abbiamo anche escluso la maggior parte di quella che chiameremmo approssimativamente narrativa di genere (esemplificata nella sua forma più limitata e adolescenziale dall'onnipresente formula dei supereroi) in quanto intrinsecamente inferiore a opere di natura più personale. Inoltre, la narrativa di genere è quasi interamente controllata dalle principali case editrici di fumetti, le cui pratiche abusive e sfruttatrici nei confronti degli artisti e il disprezzo verso la forma hanno contribuito notevolmente a ritardare lo sviluppo dei fumetti e con i cui nomi non volevamo infangare questi volumi.
Speriamo che una raccolta simile che copra gli anni '90 (da assemblare tra dieci anni) richieda quattro, sei o dieci volumi anziché due. Finora, i segnali sono buoni
Gary Groth e Kim Thompson
Questo testo non mi ha certo impedito di continuare, poi, a seguire anche altro tipo di fumetto, ma conoscere i criteri dietro alla loro selezione e la radicalità della loro posizione ha probabilmente contribuito ad allargare il mio sguardo. Poi, mi sono abbonato anche al The Comics Journal, che leggo ancora oggi.
Ti ricordo i nobili motivi per cui scrivo questa newsletter: dietro la patina di benefattore e divulgatore disinteressato, si nasconde l’arcigna intenzione di venderti i miei libri a fumetti. L’ultimo è uscito l’11 aprile.
Lo puoi acquistare in libreria, e poi qui o qui.
Good Morning con BeccoGiallo
Per BeccoGiallo conduco la trasmissione (quasi) settimanale Good Morning con BeccoGiallo. Puoi guardare tutte le puntate qui. Nell’ultima, trasmessa il 14 giugno, Eva Cabras e Chiaralascura presentano Infedeli alla linea.
Non perdiamoci di vista
Dal 20 al 22 giugno sono al Bergamo Comicon.
Sia mai tu sia capitat* qui per caso, sappi che Maledetti Fumetti è la newsletter ideata da questo tipo qui:
Claudio Calia
Nato a Treviso nel 1976, ho realizzato per BeccoGiallo, tra gli altri, Leggere i fumetti. Dagli Avengers a Zerocalcare, una prima guida per chi vuole cominciare a leggere i fumetti (2016), Kurdistan. Dispacci dal fronte iracheno (2017) e Dossier TAV. Una questione democratica (2019). Partecipo alla redazione di Antifa!nzine e ho fondato l'associazione per la divulgazione del linguaggio del fumetto Oblò - APS, con cui pubblico I Baccanti. Con Claudio Marinaccio e Marco Corona ho dato vita alla newsletter gratuita di fumetti Smoking Cat, dieci numeri gratuitamente disponibili qui, da cui poi ho estratto il libro autoprodotto I giorni così. Nel 2023 è uscito Allargo le braccia e i muri cadono. Don Gallo e i suoi ragazzi (Feltrinelli Comics) vincitore del premio Boscarato “Miglior artista (disegno e sceneggiatura)” al Treviso Comic Book Festival. Il mio ultimo libro è Dov’è la bellezza? Kamaran Najm, il primo fotografo di guerra curdo-iracheno (BeccoGiallo, 2025).
PS: Ti prego considera che i link ai libri sono diretti prevalentemente verso il sito dell’Impero del Male. Il posto dove si comprano i libri è la libreria, ma ci sono mille motivi per cui non è sempre possibile. La buona educazione mi impone di informarti che se acquisti qualcosa a partire da questi link me ne verrà qualcosa in saccoccia per acquistare nuovi fumetti di cui scriverti.
Anche per questa volta è tutto, grazie di esserci e alla prossima!
c.
Bello! Ma poi l'hanno fatta la raccolta sugli anni Novanta? E/o su altre decadi?
Ottimo tuffo in anni d'oro e grazie per chi l'inglese non lo sa (io)