Tre mesi di newsletter settimanale, un libro appena uscito con una fitta sequenza di presentazioni, un altro libro (scritto) in fase di realizzazione, uno spettacolo noise/punk de I Baccanti con i R.I.G.A. (e non serve certo ricordarmi che sƬ, lo so, I Baccanti numero tre manca ancora allāappello), e avrei anche un nuovo libro a fumetti da fare, tipo per lāanno prossimo e i mesi corrono. Aggiungi le difficoltĆ della normale vita porca, ed eccoci qui. Il mio overbooking di questo periodo ĆØ unāoccasione per ospitare Omar Martini in un mio spazio e prendere fiato per una settimana, e mi fa sempre piacere avere Omar attorno. CosƬ, eccoti un nuovo esperimento di Maledetti Fumetti: il primo guest post! Ti lascio a Omar, prima però non dimenticare cheā¦
I fumetti sul comodino #1
di Omar Martini
Quando Claudio ti chiede se sei interessato a scrivere qualcosa per la sua newsletter, ĆØ consentita solo una risposta, anche se sei infognato perchĆ© hai proposto (e promesso) più pezzi di quanto riesci a scriverne per il sito (e non solo) di (Quasi)⦠oltre a quelli che stai giĆ abbozzando, ma di cui nessuno ne ĆØ ancora a conoscenza. Per cui, dopo lāimmancabile assenso (quello ĆØ facile da dare), arriva il momento cruciale: e ora di cosa parlo? Certo, in una newsletter che si intitola āMaledetti fumettiā non mi posso mettere a illustrare le varie teorie di gestione aziendale che si sono susseguite nei decenni, nĆ© posso sintetizzare gli studi condotti negli ultimi anni sugli effetti che provoca la musica nel nostro cervello⦠però devo trovare un modo per non uscire dal tema obbligato e, allo stesso tempo, non bruciarmi qualche idea per un articolo da piazzare altrove.
Dunque, potrei guardare quello che sto leggendo, appoggiato sul comodino, e vedere se mi viene qualche idea. Non so voi, ma io non riesco mai a leggere una cosa sola. Inizio diversi libri o pubblicazioni, che poi afferro a seconda del momento o della situazione in cui mi trovo (prima di addormentarmi, quando vado in autobus, sul divano mentre mi rilassoā¦), per cui vediamo che cosa trovo. Tralasciamo le cose senza immagini (cavolo, ci sono dei volumi iniziati da mesi e mai finitiā¦) e selezioniamo quello che può essere attinenteā¦
Mmm⦠la prima cosa che, per modo di dire, āsfoglioā ĆØ il tablet dove si trova Feifferās People. Non ci sono immagini, però ĆØ scritto da Jules Feiffer, autore di fumetti, illustratore e poliedrico scrittore (di comics, naturalmente, ma anche di testi teatrali, sceneggiature cinematografiche, romanzi e libri per bambini) venuto a mancare recentemente (se vi interesse leggere il mio rapporto di lettore - stupido - con le sue opere lo potete trovare descritto qui). In quellāoccasione, mentre facevo qualche ricerca, ho trovato i suoi copioni teatrali e ho deciso di esplorare questa sua produzione che mi ĆØ completamente sconosciuta (in precedenza, avevo letto solo la sua sceneggiatura di Conoscenza carnale, il film del 1971 di Mike Nicholson con Jack Nicholson e Art Garfunkel).
Ho giĆ divorato Little Murders e adesso sono passato al giĆ citato Feifferās People, che presenta un rapporto piuttosto stretto con i fumetti. Come si può giĆ intuire dal titolo, lāattenzione di Feiffer ĆØ rivolta alle innumerevoli persone che costellano le strisce che ha realizzato per più di quarantāanni allāinterno della rivista āVillage Voiceā. Questo testo ĆØ la rappresentazione āfisicaā di una selezione di strip realizzate negli anni Cinquanta: ci sono i confronti/scontri tra uomini e donne, nonchĆ© tra bianchi & neri, la disperazione delle persone di mezza etĆ , il ballerino che danza e, allo stesso tempo, parla (nel fumetto era spesso Fred Astaire, colto da un attacco irrefrenabile che lo costringeva a muoversi in continuazione), gli amici/rivali Bernard e Huey ( che anticipano i due antagonisti di Conoscenza Carnale e che qualche anno fa sarebbero stati anche protagonisti di un film) e perfino Superman, in una situazione che rielabora la strip in cui il supereroe ricorda di essere stato messo in crisi da una donna che aveva salvato.
Da quello che posso vedere finora, questo copione rappresenta lāāanello mancanteā tra la produzione a fumetti e le successive opere teatrali, che avrebbero occupato parte del suo tempo negli anni Sessanta e Settanta.
In quelle strisce, più che il disegno (comunque, importante) ĆØ quello che viene detto a rappresentare il punto focale. Sono i dialoghi (spesso monologhi, anche quando ci sono più personaggi perchĆ© nella maggior parte dei casi sono incapaci di comunicare realmente) che saltano fuori prepotentemente. Con la variazione della grandezza del testo, con i disegni e i balloon storti e allungati, Feiffer mette sotto i riflettori la societĆ statunitense di quei decenni e i suoi componenti. Le ripetizioni, i balbettii, le esagerazioni risultano tanto più veri perchĆ© sono delle grida di aiuto verso tutti e verso nessuno. Lāironia, le esagerazioni, le situazioni paradossali che crea sono i bisturi per mettere a nudo e vivisezionare i problemi del Paese di quegli anni. E mentre leggo quelle battute, spogliate dai disegni sghembi, mi sembra che mantengano la propria forza⦠anzi, forse acquisiscono unāenergia maggiore perchĆ©, leggendole, sono portato a immaginare un attore mentre le recita e, di conseguenza, mi sembrano ancora più vere e naturali.
Passando a sfogliare altri libri, trovo solo un āveroā fumetto: Une Ć©ducation orientale di Charles Berberian (io lo sto leggendo in originale, ma ho visto che, per fortuna, ĆØ stato pubblicato anche in italiano).
Devo ammettere che di Berberian (in questo caso, assieme al sodale Philippe Dupuy) ho un ricordo simile a quello fatto qualche settimana fa da Claudio quando parlava di David Mazzucchelli: lo incontro anchāio, casualmente, su un numero di āDrawn & Quarterly Magazineā (per lāesattezza il secondo del secondo ciclo). Allāepoca era un poā stufo del concetto di ārivistaā (adesso, con gli occhi nostalgici, magari pubblicazioni come āComic Artā e āLāEternautaā possono sembrare dei giornali eccezionali, ma in quegli anni, con quelle micro-puntate di otto pagine che impedivano di farsi coinvolgere dalla storia, linee editoriali in molti casi inesistenti e una scelta di fumetti in cui era evidente quando ci si trovava di fronte a dei riempitivi, il mio giudizio non era più cosƬ positivo), per cui mi ero avvicinato con un poā di sospetto verso quella testata che sembrava voler ricreare il concetto della rivista europea (per chi non lo sapesse, lāeditore era canadese).
Cāerano però dei lati positivi: era pubblicata dallāomonima casa editrice verso cui avevo una venerazione, molto simile a quella che provavo per la Fantagraphics Books, perchĆ©, fin dallāinizio, era diventata un marchio di qualitĆ editoriale come ce ne sono stati pochi; presentava esclusivamente racconti a fumetti auto-conclusivi; gli autori selezionati avevano dei segni grafici che trovavo molto interessanti. Compro questo numero che contiene una storia breve dal segno grafico chiaramente francese e che mi fa subito venire in mente i miei vecchi amori Flocāh, Serge Clerc e Yves Chaland. Il tratto, senza quel post-modernismo anni Ottanta degli autori appena citati, sembra vagamente umoristico, ma la storia invece ĆØ āseriaā, non di genere e non autobiografica: un racconto ānormaleā di un normale trentenne, come ero io in quel momento (ok, il protagonista era uno scrittore, ma questo era un elemento secondario nellāeconomia della storia). Era un episodio della loro serie āMonsieur Jeanā⦠e scattò lāamore a prima vista!
Non cāera lāelemento autobiografico che cercavo nel fumetto indipendente americano in quegli anni Novanta, non cāera lāesagerazione paradossale dei fumetti di Joe Matt, che adoravo, nĆ© lāapparente freddezza chirurgica nel rappresentare i rapporti interpersonali che mi aveva sconvolto in Chester Brown, nĆ© lāenergia punk di āLove & Rocketsā mescolato a Steve Ditko. Era qualcosa di diverso, che lavorava su altri registri e altri livelli. Cāera ironia (sia nei confronti del personaggio che delle situazioni in cui si trovava), cāera un disegno raffinato nella sua apparente semplicitĆ e si percepiva giĆ , pur leggendo solo una manciata di pagine, che cāera una capacitĆ di narrare davvero notevole, che si discostava nettamente dal fumetto avventuroso franco-belga. Negli anni seguenti ho inseguito la pubblicazione italiana (e francese), e la lettura di tutti i sette volumi (più uno fuoriserie), in cui il personaggio evolve e diventa più maturo, andava di pari passo con la mia vita (che era completamente diversa).
Tutto questo per dire che ho sempre avuto un debole per questa coppia di autori, in coppia oppure da soli, per cui quando qualche settimana fa alla Belle Adventure, una fumetteria francese che ha aperto da poco qui a Edimburgo, ho trovato Une Ć©ducation orientale, un libro del āsoloā Berberian, lāho comprato immediatamente⦠ça vas sans dire! Non lāho iniziato subito (non so perchĆ©, ma tendo sempre ad aspettare un poco, prima di leggere qualcosa), e lāho preso in mano solo recentemente. Anzi, dopo averlo cominciato, ho dovuto rileggere le prime trenta pagine perchĆ©, come purtroppo ogni tanto mi capita, subito dopo averlo cominciato, mi sono āpersoā e lāho lasciato lƬ, ad attendermi. Per evitare di dimenticarmi passaggi importanti, mi sono riletto le prime pagine per cui, ora che sono finalmente entrato ānel vivoā della storia, ne sono completamente catturato. In questo caso, non si tratta di un fumetto di āfictionā, ma di un racconto autobiografico che si prende con calma il proprio ritmo. Inizia con i silenzi e lāisolamento del periodo del Covid, per poi passare, in modo naturale, a parlare delle sue origini (ĆØ nato a Bagdad), dei sei anni trascorsi da bambino a Beirut, del rapporto con il fratello maggiore che non viveva con lui ma con la nonna, e dei viaggi che ha fatto a Beirut, dopo esserne stato lontano per trentāanni⦠il passato e il presente si mescolano sia a livello narrativo (si va avanti e indietro nel tempo, in modo fluido e costante) che grafico. Al tratto elegante che tanto avevo ammirato in āMonsieur Jeanā, e che ha acquisito un segno più denso e spesso (se lo volete vedere disegnare, guardate questo video),
si aggiungono foto, schizzi presi per strada, scarabocchi⦠tutto si mescola per tentare di raccontare la vita, che non è mai lineare, né pulita, ma è sempre coinvolgente.
Sono a poco meno di metĆ di questo libro, sono cosciente che la parte più intima, probabilmente quella più intensa da un punto di vista emotivo, deve ancora arrivare (il lettore sa giĆ che il fratello, verso cui lāautore sta sviluppando un rapporto sempre più stretto, ĆØ morto) e la attendo con un poā di timore e trepidazione perchĆ© so giĆ che non mi lascerĆ indifferente⦠cosƬ come non mi avevano lasciato indifferente le storie di questo autore che avevo letto anni prima.
Non cāĆØ più nientāaltro sul comodino e non mi ĆØ venuta ancora nessuna idea. Mi sa che per questa volta dovrò dire a Claudio che passo⦠magari in futuro cercherò di pensare a qualcosa in anticipo in modo da riuscire a essere ospitato nella sua newsletter.
In libreria
Ti ricordo i nobili motivi per cui scrivo (in questa occasione āper cui ho fatto scrivereā¦ā) questa newsletter: dietro la patina di benefattore e divulgatore disinteressato, si nasconde lāarcigna intenzione di venderti i miei libri a fumetti. Lāultimo ĆØ uscito lā11 aprile.
Lo puoi acquistare in libreria, e poi qui o qui.
Il 6 maggio sono stato ospite della trasmissione Bande Distorte sulle frequenze di Radio Onda dāUrto per parlare del libro. Puoi ascoltarla qui.
Ti ricordi il servizio andato in onda al Tgr Rai Veneto che ti ho segnalato la scorsa settimana? Questo è più lungo, con più immagini e più chiacchiere, è andato in onda mercoledì scorso a Buongiorno Regione (Veneto, obviously).
Il rocambolesco cabaret de I Baccanti
Ć lo spettacolo che abbiamo strutturato insieme con il gruppo musicale R.I.G.A., abbiamo avuto modo di fare una prova per un pubblico selezionato presso Spazio Stria a Padova il 4 maggio, per poi esordire ufficialmente sabato 10 maggio a Esc Atelier Autogestito a Roma, nellāambito di Art Comics And Beer, una due giorni organizzata in collaborazione con ANTIFA!nzine.
Premessa: I Baccanti sono la mia serie a fumetti autoprodotta con Oblò - APS, un progetto a cui tengo molto anche se non riesco a dedicarmici quanto vorrei, ma per fortuna vive anche grazie a una comunitĆ di autor* e scrittor* che hanno voglia di contribuire allāimmaginario del contesto che ho creato. E ora anche di musicisti.
Abbiamo definito Il rocambolesco cabaret de I Baccanti un rituale noise/punk tra musica e fumetto.
Io leggo,
scrivo,
e disegno.
I R.I.G.A. suonano, accompagnano, scrivono, risolvono qualunque questione tecnica e geografica, aderendo integralmente al progetto Baccante e diventando subito una incredibile risorsa: un collettivo Baccante, come cāĆØ scritto sulle loro t-shirt.
Cāera tantissima gente e lāaccoglienza ĆØ stata davvero calorosa. Per questa volta condivido con te qualche foto, la settimana prossima la newsletter andrĆ più a fondo su quanto abbiamo combinato.
Good Morning con BeccoGiallo
Per BeccoGiallo conduco la trasmissione (quasi) settimanale Good Morning con BeccoGiallo. Puoi guardare tutte le puntate qui. Lāultima puntata, trasmessa il 10 maggio, ĆØ dedicata al libro Agatha Christie. La regina del Giallo con gli autori Michele Botton e Angela Sancono.
Non perdiamoci di vista
Oggi alle 18.30 chiacchiero con Alberto Bebo Guidetti del suo libro Con rabbia e con amore. Prometto tanto amore e quel pizzico di rabbia che non guasta mai.
VenerdƬ e sabato invece sono al Salone Internazionale del Libro a Torino. Per gli orari in cui passare a trovarmi allo stand BeccoGiallo tieni dāocchio questa pagina. Sabato mattina inoltre conduco un incontro pensato per bibliotecar* e insegnanti in ascolto.
Sia mai tu sia capitat* qui per caso, sappi che Maledetti Fumetti ĆØ la newsletter ideata da questo tipo qui:
Claudio Calia
Nato a Treviso nel 1976, ho realizzato per BeccoGiallo, tra gli altri, Leggere i fumetti. Dagli Avengers a Zerocalcare, una prima guida per chi vuole cominciare a leggere i fumetti (2016), Kurdistan. Dispacci dal fronte iracheno (2017) e Dossier TAV. Una questione democratica (2019). Partecipo alla redazione di Antifa!nzine e ho fondato l'associazione per la divulgazione del linguaggio del fumetto Oblò - APS, con cui pubblico I Baccanti. Con Claudio Marinaccio e Marco Corona ho dato vita alla newsletter gratuita di fumetti Smoking Cat, dieci numeri gratuitamente disponibili qui, da cui poi ho estratto il libro autoprodotto I giorni cosƬ. Nel 2023 ĆØ uscito Allargo le braccia e i muri cadono. Don Gallo e i suoi ragazzi (Feltrinelli Comics) vincitore del premio Boscarato āMiglior artista (disegno e sceneggiatura)ā al Treviso Comic Book Festival. Il mio ultimo libro ĆØ DovāĆØ la bellezza? Kamaran Najm, il primo fotografo di guerra curdo-iracheno (BeccoGiallo, 2025).
PS: Ti prego considera che i link ai libri sono diretti prevalentemente verso il sito dellāImpero del Male. Il posto dove si comprano i libri ĆØ la libreria, ma ci sono mille motivi per cui non ĆØ sempre possibile. La buona educazione mi impone di informarti che se acquisti qualcosa a partire da questi link me ne verrĆ qualcosa in saccoccia per acquistare nuovi fumetti di cui scriverti.
Anche per questa volta ĆØ tutto, grazie di esserci e alla prossima!
c.